Le Regole di Internazionale. Ogni settimana, all'ultima pagina del settimanale.
[Scritte da Claudio Rossi Marcelli] Questa, è una delle mie preferite. Fare la Spesa. 1 Prendi il carrello, sennò finirai per trascinare fino alla cassa due cestini da trenta chili.2 Il fatto che siano in promozione tre per due non è un buon motivo per comprare tre forme di brie al tartufo. 3 Imbrogliare alla bilancia elettronica è un’arte: non improvvisare. 4 Se esci solo per pane e latte non tornare con anacardi e chinotto. 5Ignora l’annuncio che è l’ora di chiusura: esci solo quando sei inseguito dalla sicurezza.
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La mafia uccide solo d'estate, un film di Pif (all' anagrafe PierFrancesco Diliberto) con Cristiana Capotondi e Pif. Arturo è un bambino come tanti, nato a Palermo, negli Anni Settanta. E come tanti altri bambini si innamora della sua nuova compagna di classe, Flora. Ma la vita di Arturo ha qualcosa in più, rispetto alle vite di tanti altri bambini. "La mafia a Palermo, ha sempre influenzato la vita di tutti, in particolar modo la mia". Ogni avvenimento nella sua vita, è stato ossessivamente contornato da avvenimenti mafiosi. A partire dal suo concepimento, avvenuto nello stesso giorno (10dic1969), alla stessa ora, nello stesso viale (Viale Lazio), nel quale Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e altri tre uomini "d'onore", uccisero il mafioso Michele Cavataio (meglio conosciuto come il Cobra, dal modello della sia pistola). Tutti gli dicono che a Palermo sono le donne ad uccidere, non la mafia; ma questo ad Arturo non importa un gran che. Lui è follemente innamorato della sua Flora, e a tutti i costi deve conquistarla. E in suo aiuto arriva proprio il presidente del Consiglio, Giulio Andreotti (il quale, durante una trasmissione televisiva - che Arturo stava guardando con suo padre - gli impartisce un'ideale lezione sentimentale per far innamorare la piccola Flora). Affida i suoi messaggi d'amore a degli iris alla ricotta, che - nella pasticceria dove si reca tutte le mattine - gli ha fatto assaggiare per la prima volta il commissario della squadra mobile, Giorgio Boris Giuliano. Ma Flora è costretta a trasferirsi, in Svizzera, perché Palermo sta diventando ormai una città troppo pericolosa. E Arturo - che questa decisione proprio non la capisce - fa un ultimo disperato tentativo per convincere la sua amata a non andarsene. Ma solo una persona sarà custode di quell'ingenio e dolce gesto d'amore: il magistrato Rocco Chinnici (vicino di casa della bambina). Perché proprio il giorno della partenza di Flora, un' auto bomba salta in aria davanti all'abitazione del magistrato, uccidendo lui e gli uomini della scorta. Gli anni passano e Arturo cresce. Ormai Flora è lontana, e la mafia fin troppo vicina. Sarebbe voluto diventare un giornalista di successo (grazie alle preziose lezioni impartire dal suo amico giornalista Claudio Gioè, e all'intervista fatta - per un concorso scolastico - al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa), invece si ritrova ad essere il pianista di una trasmissione televisiva locale di second'ordine; impegnato poi nella campagna elettorale di Salvo Lima - dove, solo casualmente, rincontra la giovane Flora. E proprio l'uccisione del democristiano Lima - in cui tutti sembrano non aver visto nulla, fino a negare perfino l'evidenza, e con gli assassinii di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che Arturo si accorge che un'alternativa alla mafia c'è, perfino a Palermo. Molti anni dopo, Arturo ha in braccio suo figlio e accanto sua moglie, Flora. Sono ancora a Palermo, non se ne sono andati. Percorrono a piedi la città, e mostrano al loro bambino le targhe in onore dei grandi eroi anti-mafia. Perché un'alternativa possibile c'è, e loro ne sono testimoni. Pif cerca di dare un volto spensierato a quella Palermo degli anni Ottanta-Novanta, contornata solo da mafia e omicidi. Lo fai con maestria. Un film simpatico, bello e sorridente. Un film profondo, poiché è in grado di trattare una tematica così "pesante", con leggerezza e non superficialità. voto: 4/5 Quindi che aspettate: correte a vederlo!!! |